Il 20 gennaio 2025, Donald Trump ha prestato giuramento come 47º presidente degli Stati Uniti, segnando l’inizio del suo secondo mandato. La cerimonia, inizialmente prevista all’aperto con la partecipazione di 250.000 persone, si è svolta al chiuso nella Rotonda del Campidoglio a causa del freddo estremo, limitando la presenza a 700 ospiti selezionati, tra cui figure di spicco come Mark Zuckerberg e Jeff Bezos.
Un nuovo approccio alla politica estera: relazioni con la Russia e la NATO
Durante la campagna elettorale, Trump ha espresso l’intenzione di rivedere le relazioni con la Russia, proponendo negoziati con Vladimir Putin per porre fine al conflitto in Ucraina. Secondo fonti vicine all’amministrazione, il piano includerebbe la possibilità di fermare l’espansione della NATO verso est, escludendo l’adesione di Ucraina, Moldavia e Georgia, in cambio della pace nella regione e in tutto questo l Europa che fa, gioca al 10elotto.
Questa strategia ha suscitato preoccupazioni tra gli alleati europei. Il consigliere europeo di Trump ha dichiarato: “Dovrebbero essere preoccupati”, riferendosi alla possibile “massima discontinuità” e alla concentrazione del potere nelle mani del presidente. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha sottolineato l’importanza di mantenere la stabilità della NATO e di affrontare sfide come il programma nucleare iraniano e la situazione a Gaza.
Implicazioni economiche: verso una nuova guerra fredda energetica?
L’amministrazione Trump 2.0 ha annunciato politiche economiche che potrebbero innescare una “guerra fredda energetica”. Tra queste, l’aumento dei dazi fino al 20%, la possibile annessione della Groenlandia e del Canale di Panama, e una politica energetica focalizzata sulla riduzione dei prezzi e l’espansione della produzione di combustibili fossili. Le sanzioni imposte alla Russia hanno già influenzato i prezzi globali del petrolio, creando tensioni con paesi come Cina e India, che stanno cercando alternative per l’approvvigionamento energetico.
Reazioni interne: ottimismo e divisioni
Negli Stati Uniti, l’insediamento di Trump è stato accolto con un moderato ottimismo. Secondo un sondaggio del New York Times/Ipsos, il 55% degli americani sostiene fortemente misure come le deportazioni di massa, sebbene molti disapprovino la figura di Trump. Inoltre, il 71% degli intervistati si oppone alla somministrazione di farmaci o ormoni per bloccare la pubertà nei minori di 18 anni.
Conclusioni: un futuro incerto
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca segna l’inizio di una nuova era caratterizzata da nazionalismo populista e politiche protezionistiche. Le sue iniziative potrebbero rimodellare le dinamiche geopolitiche ed economiche globali, influenzando le relazioni con la Russia, la NATO e gli alleati europei. Solo il tempo dirà come queste strategie si tradurranno in realtà e quale impatto avranno sullo scenario internazionale.